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Sito ufficiale Parco Archeologico dell'Appia Antica

Fosse Ardeatine

Un attentato partigiano, compiuto il 23 marzo 1944 nella centrale via Rasella a Roma, costò la vita a 33 soldati altoatesini del reggimento Bozen. Come rappresaglia i Tedeschi rastrellarono in città o prelevarono dalle carceri 335 uomini (dieci per ogni militare tedesco morto, più altri cinque), che vennero trasferiti in cave di pozzolana dismesse sulla via Ardeatina, tra le catacombe di San Sebastiano e quelle di San Callisto

Agli ordini di Herbert Kappler, ufficiale comandante delle SS e della Gestapo a Roma, nella notte del 24 marzo tutti gli ostaggi furono uccisi da militari tedeschi che si avvicendarono in 67 turni di esecuzione. I nomi delle vittime furono taciuti, come pure l’eccidio e il luogo, che dovevano restare segreti. Le gallerie, teatro della carneficina, dove i cadaveri erano ammassati in due cumuli, furono fatte esplodere dai nazisti, per coprire i corpi e ostruire gli accessi. Dopo la fine della guerra il Comando Militare Alleato, nel 1945, mise a disposizione due milioni di lire per il recupero dei corpi delle vittime e per bandire un concorso di architettura destinato alla costruzione di un monumento in memoria dell’eccidio, con la raccomandazione di non alterare l’austerità e l’aspetto delle cave. Dal 1948 è il Ministero dei Lavori pubblici a gestire l’iniziativa, perchè la costruzione del mausoleo ha assunto un risalto politico nazionale: è diventato il simbolo del sacrificio di tutto il paese per riconquistare l’unità nazionale, spezzata dalla guerra e dall’occupazione nazifascista.

Nelle intenzioni del governo il mausoleo è il monumento alla Resistenza, ala rivolta collettiva del popolo contro l’invasore. Non è casuale che alla sua edificazione abbiano concorso materiale, maestranze e imprese di tutt’Italia.

COME ARRIVARE:
Via Ardeatina 174 , 00179 Roma RM
raggiungibile con:

- Autobus:
30, fermata Navigatori
160, fermata Navigatori
714, fermata Navigatori
218, fermata Fosse Ardeatine