Circa 150 m. dopo il sepolcro di Tiberio Claudio Secondo, e a breve distanza dalla tomba dei Rabirii, si conserva sul lato destro, in buone condizioni, un tipico monumento funerario del II secolo d.C.: un sepolcro laterizio a tempietto. La tipologia, particolarmente diffusa in età antonina, è caratterizzata dalla cortina in mattoni ben rifinita che, attraverso l’alternanza cromatica del cotto, realizzava una raffinato effetto decorativo.
Il lato posteriore è quello meglio conservato con il timpano di coronamento ancora intatto e molteplici elementi architettonici di ornamento: mensole, paraste con capitelli, cornici delle finestre tutto sempre in cotto. Su questo lato è anche la porta di accesso alla camera funeraria, chiusa ora da un cancello. Ricavata all’interno dell’alto podio, presentava bassi voltoni e tre arcosoli per ospitare i sarcofagi.
Sul lato prospiciente la strada, è ancora visibile la scalinata di accesso all’aula, originariamente provvista di un pronao, posta al piano rialzato. Quest’ambiente era destinato alle cerimonie funebri e presentava le pareti articolate in nicchie all’interno delle quali dovevano essere poste in mostra statue o ritratti funerari.
Bibliografia:
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Lexicon Topographicum Urbis Romae, Suburbium, vol. I, s.v. Appia via.
L. Spera, S. Mineo, Via Appia I, Roma 2004.
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