Il sepolcro a torre, a poca distanza dal complesso di Capo di Bove, era probabilmente un sepolcro a più piani costituito da un nucleo cementizio in cui sono inseriti pezzi di pregiato marmo di Luni (oggi detto di Carrara). L’impiego a Roma di questo materiale è attestato a partire dalla metà del I secolo a.C., epoca a cui risale la struttura. Sul monumento si può vedere un’iscrizione che ricorda come questo sito sia legato a un importante evento riguardante le misurazioni trigonometriche effettuate lungo la Via Appia nel 1855 dal padre gesuita Angelo Secchi, astronomo e direttore dell’Osservatorio del Collegio Romano. Grazie a tali misurazioni nel 1871 fu verificata la rete geodetica italiana per il calcolo dell’estensione del territorio.
Bibliografia:
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