Il Parco Archeologico dell’Appia Antica ha avviato una collaborazione con il laboratorio di indagini biologiche dell’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro del MiBAC finalizzata a valutare l’efficacia dell’impiego di alcuni oli essenziali per la disinfezione di patine biologiche su superfici lapidee.
La colonizzazione biologica dei monumenti esposti all’aperto è un processo che coinvolge diversi gruppi di microrganismi, fotosintetici e non, e che porta alla formazione di patine variamente colorate. Per contrastare la diffusione di tali alterazioni, i restauratori generalmente eseguono dei trattamenti di disinfezione con prodotti chimici ad azione biocida.
Attualmente, nell’ottica di un restauro ecocompatibile, l’interesse di molti ricercatori si sta spostando sull’utilizzo di biocidi a basso impatto ambientale come gli estratti naturali di piante.
In questa ottica il laboratorio di Biologia dell’ISCR ha attivato una sperimentazione che ha preso in esame l’efficacia di tre oli essenziali: Origano (Origanum vulgare), timo rosso (Thymus Vulgaris), cannella (Cinnamonium zeylanicum) che si differenziano per il contenuto in principi attivi. Gli oli sono stati applicati con tre concentrazioni diverse al fine di stabilire la dose minima efficace. I test sono stati condotti in situ, nel parco archeologico delle Tombe della via Latina, su due tipologie di patine, rappresentative di quelle che più frequentemente si formano sulle superfici lapidee esposte all’aperto.
La valutazione dell’efficacia è effettuata mediante analisi di laboratorio che consentono di quantificare la carica microbica vitale residua dopo i trattamenti. I risultati delle indagini, condotte per ISCR da Sandra Ricci (funzionario biologo, responsabile del Laboratorio di indagini biologiche), da Marco Bartolini (funzionario biologo, vicedirettore della S.A.F.), da Maria Rita Giuliani (funzionario biologo) e da Federica Antonelli (dottoranda presso Università degli studi della Tuscia), sono attualmente in fase di elaborazione.
La sperimentazione avviene sotto la supervisione del funzionario restauratore del Parco Archeologico Sara Iovine e del funzionario archeologo responsabile del sito Antonella Bonini.