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Sito ufficiale Parco Archeologico dell'Appia Antica

Partiti i lavori di rifunzionalizzazione della Torre del Fiscale

Sono iniziati, presso la Torre del Fiscale, i lavori di sistemazione dell’area esterna, rifunzionalizzazione e miglioramento della fruizione nell’ambito di URBS, il progetto di valorizzazione del Museo Nazionale Romano e del Parco Archeologico dell’Appia Antica, che, con uno stanziamento di 105,9 milioni di euro, rientra tra i 14 progetti strategici inseriti dal Governo nel Piano per i Grandi attrattori culturali del valore di 1,460 miliardi di euro, nell’ambito del piano nazionale complementare (PNC) al piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR).

Per il Parco Archeologico dell’Appia Antica l’obiettivo è quello di sostenere e promuovere il rilancio del territorio tra la via Appia e la via Latina. Nello specifico il progetto si articola in due azioni, che riguardano da un lato il più consolidato e noto sistema territoriale dell’Appia Antica, e dall’altro l’ambito della via Latina, che ancora oggi può rivelare nuove e importanti esperienze culturali. Gli interventi si articoleranno su più livelli: nuove acquisizioni, scavi archeologici, restauri e rifunzionalizzazioni, nell’ottica di una più profonda conoscenza del territorio e di una più ampia fruizione da parte del pubblico.

In questa cornice si inserisce l’intervento sulla Torre del Fiscale: non solo un magnifico esempio di architettura fortificata medievale, ma una vera e propria scatola del tempo. Costruita nel corso della prima metà del XIII secolo, poggia la sua fondazione sui poderosi pilastri dell’acquedotto Claudio da un lato e dell’antichissima Aqua Marcia dall’altro. Entrando nell’ edificio, i cui piani interni sono crollati, con un solo sguardo si abbraccia un arco storico che va dal 144 a.c con l’Aqua Marcia, al 52 d.C. con l’acquedotto Claudio, fino al pieno medioevo con la torre stessa. Il progetto del Parco Archeologico dell’Appia Antica, affidato dal direttore Simone Quilici ai funzionari Stefano Roascio e Michele Reginaldi e curato negli aspetti architettonici dal professor Francesco Cellini e dalla professoressa Maya Segarra Lagunes, consiste non solo nel riaprire la torre ma anche nel poterla fruire fino al livello superiore. In questi giorni con Archeo Domus si stanno svolgendo i sondaggi archeologici interni, che stanno riportando in luce la prosecuzione dei pilastri e della torre stessa per oltre 2 metri di profondità. Queste strutture così maestose sono oggi solo in parte visibili perché la loro base risulta in questo punto potentemente interrata.