Questa iscrizione poggiata sul ciglio della strada risale alla tarda età repubblicana ed è riferibile a un sepolcro di liberti (schiavi liberati) della famiglia Trebonia. Gli schiavi, una volta liberati, prendevano il prenome (Publio, Gaio, Marco, ecc.) e il nome familiare (in questo caso Trebonius) dall’ex padrone e mantenevano invece i loro nomi da schiavi come cognome, corrispondente al nostro soprannome. In questo caso i cognomi, tutti di origine greco-orientale (Nicostrato, Macedone, Alessandro, ecc.) sono un indicatore della provenienza geografica dei personaggi.
Dall’iscrizione apprendiamo che questi liberti e i loro ex padroni erano thurarii, cioè venditori di incenso, una merce molto ricercata e preziosa, spesso prodotta in Oriente.
Bibliografia:
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