Al VI miglio della strada antica, a poche centinaia di metri dal ninfeo della villa dei Quintili, sul lato destro della strada consolare, si incontrano i ruderi di quello che fu la tomba di Septimia Galla, come ricorda l’epigrafe che sormonta altri pochi frammenti superstiti della decorazione. L’iscrizione, SEPTIMIA. P. F. GALLA, null’altro ci indica se non il nome della defunta.
L’indicazione del patronimico, “figlia di Publio”, lascia intuire, tuttavia, che si trattava di ingenua, vale a dire di una donna libera. La famiglia non era sconosciuta, essendo menzionata in un’altra epigrafe ritrovata presso porta Latina e poi trasportata a Bologna. Un’altra epigrafe posta in prossimità degli stessi ruderi ricorda invece Pompeo Licinio che avrebbe eretto un monumento funebre per la moglie Teidia.
Bibliografia
A. Jacobini, B. Borghesi, Memoria dello scavo sulla via Appia fatto nel 1851 ed i commenti di alcune delle iscrizioni ivi ritrovate, Roma 1851, p. 7
L. Canina, La prima parte della Via Appia dalla Porta Capena a Boville, vol. I, Roma 1853, pp. 140-141
L. Quilici, La via Appia da Roma a Bovillae, Roma 1976, p. 74
Lexicon Topographicum Urbis Romae, Suburbium, vol. I, s.v. Appia via, pp. 128-129
L. Spera, S. Mineo, Via Appia I, Roma 2004, p. 156