di Maria Rosaria Spadaccino,
Corriere della Sera, 08 febbraio 2013.
L’Appia antica tornerà ad essere un monumento, certo molto particolare poiché abitato da centinaia di residenti. E sarà protetta dalle sbarre. Ieri c’è stato il primo incontro tra cittadini e soprintendenza speciale ai beni archeologici di Roma per annunciare l’avvio del progetto, «di protezione complessiva della strada in condivisione con le esigenze dei residenti», spiega Rita Paris, direttrice dell’Appia antica.La «Regina viarum» sarà tutelata da otto sbarre, lungo circa sette chilometri, la prima all’altezza del civico 244 (dopo la tenuta di Capo di Bove), contemporaneamente sarà rifatta l’illuminazione all’altezza del sepolcro degli Orazi e dei Curiazi e saranno istallati 72 nuovi contenitori per l’immondizia in ferro, progettati in armonia con il luogo. La proposta della soprintendenza condivisa dal municipio XI, ma anche dall’ente parco, dall’Ama, dall’Acea, ieri ha suscitato una vivace discussione tra i residenti non favorevoli, «non potete chiuderci nelle nostre case», «le pietre non possono venire prima delle persone», «i basoli già non permettono di camminare con i tacchi alti, ora anche le sbarre», «sarebbe meglio realizzare un comprensorio»; e quelli che invece apprezzano il lavoro della soprintendenza. Come Marisela Federici: «Non capite che la nostra strada è molto migliorata con il loro lavoro, e lo sarà ancora di più quando sarà protetta». Il progetto, il cui costo previsto è di 160mila euro (ma si farà una gara a ribasso), prevede l’istallazione delle sbarre poggiate a cippi antichi ispirati a quelli già esistenti dei primi del ‘900. «In un primo tempo resteranno alzate, poi in accordo con i residenti si deciderà la loro gestione». Le proposte arrivate ieri sono state tante: affidare la cura della protezione ad una guardiania privata, collegare le sbarre a videocitofoni o a dei microchip personalizzati.«Siamo pronti a scegliere con i cittadini la soluzione migliore, l’importante è capire che da giugno l’Appia è stata consegnata a noi dal Demanio e siamo completamente responsabili della sua tutela», precisa Paris. I lavori potrebbero iniziare a primavera inoltrata e concludersi in quattro mesi circa. «Amministrare e vivere in un territorio prezioso come l’Appia antica – dice Andrea Catarci, presidente XI municipio – comporta oneri e onori, ovviamente noi collaboreremo con la soprintendenza perché chi vive in questa strada ne guadagni in sicurezza, senza penalizzare nessuno».