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Sito ufficiale Parco Archeologico dell'Appia Antica

Villa dei Numisi – 27 Marzo 1995

Il 27 marzo 1995 viene emanato dal Ministero per i Beni Culturali e Ambientali il provvedimento di tutela che dichiara di importante interesse ai sensi della L.1089 del 1939 l’area sulla quale insistono i resti di una villa romana, c.d. Villa dei Numisi, situata nella Tenuta di Tor Marancia, nei pressi di una cava di pozzolana dismessa tra le odierne via Ardeatina (km 2,500), via Sartorio e via dei Numisi.

La zona durante i primi due secoli dell’Impero Romano era occupata da ville rustiche, con spazi residenziali spesso sontuosi destinati al soggiorno del dominus e edifici adibiti alla lavorazione e conservazione dei prodotti agricoli.

L’area, oggi vincolata, faceva parte infatti di un fundus Capitonis, la cui esistenza è testimoniata da fonti medievali, che comprendeva villae e praedia, attive tra il I e il IV sec. d.C., e che doveva rivestire grande importanza nell’ambito dei latifondi privati romani di età imperiale.

I primi scavi risalgono agli anni compresi tra il 1817 e il 1823 e si devono a Luigi Biondi, per conto di Marianna di Savoia; durante le diverse campagne di scavo effettuate nella tenuta di Tor Marancia vennero messi in luce i resti di due villae di età imperiale, attribuite a Munatia Procula e Numisia Procula.

Si sono conservati in parte solo resti della residenza che apparteneva a Numisia Procula, forse moglie di un legato di Antonino Pio a lei attribuita grazie al ritrovamento di alcune iscrizioni su marmo, bolli laterizi e una fistula aquaria, con inciso il suo nome.

Finché la cava di pozzolana rimase in attività molto altro materiale archeologico venne portato alla luce, mentre ben poco rimase delle strutture dell’intero comprensorio.

La villa, la cui planimetria venne rilevata dall’architetto Marini, si articolava intorno ad un grande peristilio rettangolare con numerosi ambienti destinati all’attività agricola e industriale, ed era collegata ad un impianto idraulico per il drenaggio del terreno.

La presenza di statue, marmi, affreschi e mosaici policromi qualifica la villa come residenza di lusso; notevole il rinvenimento di un pavimento in marmo palombino con al centro un emblema musivo policromo raffigurante asparagi e altre vivande.

Una parte del complesso, situata sul ciglio ovest della cava, è stata scavata dalla Soprintendenza tra 1989 e 1991 e vincolata. Essa comprende ambienti al piano terra con una scala di accesso al primo piano. I vani indagati hanno muri in opus mixtum, con tracce di intonaco dipinto e di pavimenti in cocciopesto.

Nelle immagini, la pianta dell’area sottoposta a tutela diretta, corrispondente ai resti scavati dalla Soprintendenza, e la relativa fascia di rispetto su foto aerea Google; la pianta del complesso redatta in base agli scavi del Biondi (da M. De Franceschini, Ville dell’agro romano, fig. 72.1, p. 203); una foto degli scavi della Soprintendenza e l’emblema musivo con le vivande, conservato ai Musei Vaticani come molte delle statue, degli affreschi e dei mosaici che decoravano le ville di Tor Marancia.

 

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