Questo monumento al V miglio della strada appartiene alla tipologia dei sepolcri a torre, una delle più attestate tra gli edifici funerari dell’Appia Antica, che presenta una struttura a pianta quadrangolare con sviluppo verticale.
La costruzione è stata spogliata del suo originario rivestimento esterno, in blocchi di pietra o di marmo. Rimane in vista il nucleo in opera cementizia, un conglomerato di malta e pietrame utilizzato nell’architettura romana nella struttura interna delle opere murarie.
Ai piedi del sepolcro, sul lato destro, si trova un’epigrafe non appartenente con sicurezza al monumento, in cui sono menzionati tre personaggi definiti come liberti, cioè schiavi liberati che spesso tuttavia continuavano a vivere nella casa dei padroni mantenendo verso di loro obblighi di varia natura.
La famiglia di appartenenza è quella dei Valerii; i liberti sono Lucio Valerio Baricha, Lucio Valerio Zabda e Lucio Valerio Achiba, i cui nomi rivelano una comune origine semitica.
Alcuni studiosi ritengono che l’iscrizione appartenga allo stesso contesto di un’altra epigrafe, rinvenuta sull’Appia Antica e posta sotto il sepolcro a Festoni, e che entrambe risalgono all’età giulio-claudia (seconda metà del I secolo a.C. – metà del I secolo d.C.).
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H. Von Hesberg, Monumenta: i sepolcri romani e la loro architettura, Longanesi, Milano, 1992.
COME ARRIVARE: Via Appia Antica, 00178 Roma raggiungibile con: -Autobus: 765, fermata Erode Attico/ Appia Antica 664, fermata Appia/Squillace 118, fermata Appia Pignatelli/Erode Attico ORARI DI APERTURA: Il sito è di libero accesso BIGLIETTI: Il sito è di libero accesso CONTATTI E PRENOTAZIONI: Il sito è di libero accesso