Prendendo Via dei Lugari, che si stacca sulla destra della Via Appia Antica quasi di fronte al sepolcro dei Licinii, si raggiunge il Sepolcro di Sant’Urbano.
Il monumento, a lungo in proprietà privata, è stato definitivamente acquisito dallo Stato il 15.1.2021 ed è entrato nel patrimonio del Parco Archeologico dell’Appia Antica che presto lo aprirà al pubblico.
Il cosiddetto Mausoleo di Sant’Urbano è una monumentale tomba in laterizi, databile nel IV secolo d.C., che conserva imponenti mura alte oltre dieci metri di altezza, con abside e nicchie laterali e resti della scalinata frontale d’accesso.
Al monumento si accedeva da una traversa che si diparte dall’Appia Antica all’altezza del IV miglio, a circa venti minuti di cammino dal più noto Mausoleo di Cecilia Metella e a quindici dal Casale di Santa Maria Nova e dalla Villa dei Quintili, in una posizione strategica quindi per la visita del ricco territorio del Parco. Tra i primi interventi volti ad assicurare la piena fruizione da parte del pubblico ci sarà il ripristino dell’ingresso dalla via Appia e l’avvio di indagini archeologiche mirate a chiarire i molti aspetti ancora sconosciuti di questo affascinante monumento.
L’edificio, indagato alla fine dell’800 da Rodolfo Lanciani con i fratelli Giambattista e Bernardo Lugari, che avevano acquistato il terreno dal principe Alessandro Torlonia, deve il suo nome all’episodio citato dalle fonti cristiane, secondo le quali il corpo del Santo sarebbe stato trasportato dalla devota matrona Marmenia in un edificio realizzato in una sua proprietà lungo la via consolare. Di conseguenza la villa retrostante il sepolcro venne definita domus Marmeniae e il mausoleo attribuito appunto a Sant’Urbano.
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