Il sepolcro a torre, a poca distanza dal complesso di Capo di Bove, era probabilmente un sepolcro a più piani costituito da un nucleo cementizio in cui sono inseriti pezzi di pregiato marmo di Luni (oggi detto di Carrara). L’impiego a Roma di questo materiale è attestato a partire dalla metà del I secolo a.C., epoca a cui risale la struttura. Sul monumento si può vedere un’iscrizione che ricorda come questo sito sia legato a un importante evento riguardante le misurazioni trigonometriche effettuate lungo la Via Appia nel 1855 dal padre gesuita Angelo Secchi, astronomo e direttore dell’Osservatorio del Collegio Romano. Grazie a tali misurazioni nel 1871 fu verificata la rete geodetica italiana per il calcolo dell’estensione del territorio.
Bibliografia:
F. Coarelli, Dintorni di Roma, Laterza, Bari, 1981.
G. M. De Rossi, Torri e castelli medievali della campagna romana, Roma 1969.
L. Quilici, La via Appia da Porta Capena ai Colli Albani, Roma 1989.
G. Tomassetti, La Campagna Romana antica, medievale e moderna, (a cura di) L. Chiumenti, F. Bilancia, vol. II, Via Appia, Ardeatina ed Aurelia, Leo S. Olschki editore, Firenze, 1979.
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