Trecento metri quadrati di lamiera. Un vecchio, fatiscente prisma costruito nel cuore del parco archeologico e naturalistico dell’Appia antica. Proprio alle spalle dell’acquedotto dei Quintili, che serviva a irrigare la villa di questi patrizi romani sterminati da Commodo per impossessarsi della loro principesca dimora. Ma la cosa più assurda è che il capannone industriale, che spicca tra i campi di Casale della Sergetta, oramai è legale.
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