di Laura Larcan,
il Messaggero, ed. Roma, 28 marzo 2017.
Il nuovo parco archeologico dell’Appia Antica sembra “nascere” tra fasti e note dolenti, tra sogni e incubi. I progetti ai blocchi di partenza cercano la svolta con la chiusura totale del traffico di attraversamento, con l’ingresso gratuito a tutti i monumenti e siti, con suggestive campagne di scavo, con progetti di valorizzazione dalle Tombe della via Latina all’Acquedotto dei Quintili, fino al recupero di aree abbandonate da convertire in “stazioni di posta” di memoria folkloristica. Di contro, la Regina Viarum, con il suo museo a cielo aperto lungo il selciato millenario, inserito dalla riforma del ministro Dario Franceschini tra i 30 super musei dotati di autonomia gestionale, si trascina dietro problemi insidiosi come la carenza del personale e la penuria di fondi. E nel giorno del suo insediamento alla direzione del nuovo istituto autonomo, Rita Paris (che si occupa dell’Appia Antica dal 1996) parla chiaro: «Io sono pronta a lavorare, ma l’Appia Antica non decolla, non raggiungerà cioè gli obiettivi che il ministero si aspetta da me, se non sono messa nelle condizioni di poter lavorare al meglio. Il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini non mi lasci sola, mi aiuti in questo percorso arduo». Quello che è sicuro è che per l’Appia Antica sta arrivando il nuovo piano di viabilità al vaglio del Comune di Roma in accordo con la Soprintendenza. Da quanto si apprende potrebbe entrare in vigore dalla prossima estate. L’Agenzia per la Mobilità, infatti, «Sta supportando l’amministrazione nel progetto di riqualificazione dell’Appia Antica, in particolare nel tratto Porta San Sebastiano – Appia Pignatelli. L’obiettivo è eliminare o comunque ridurre al massimo il traffico di attraversamento, mantenendo però l’accessibilità per trasporto pubblico, residenti e attività commerciali». Per la metà del prossimo mese di aprile sarà elaborata un’ipotesi progettuale che approderà in conferenza dei servizi.
Se la Paris auspica una risoluzione imminente del problema del traffico («il Comune è deciso ad andare avanti »), di contro rilancia la necessità di sviluppare il servizio pubblico di collegamento dell’Appia con il centro storico, attraverso navette e autobus (come l’attuale linea del 118). Nella cornice di una conferenza stampa commossa (la Paris saluta la storica direzione di tredici anni di Palazzo Massimo), non sono mancati i punti saldi di questa nuova avventura dell’Appia Antica: «In primo luogo il restauro dell’ultimo tratto romano della strada, da Via di Fioranello, inaccessibile e in condizioni di incredibile degrado», annuncia. Proprio qui, in un ettaro consegnato dal demanio militare, si pensa di realizzare una zona di scambio con parcheggio per le auto, punto di ristoro e prati a disposizione perle tovaglie da pie nic. Mentre un altro punto di ristoro si sta predisponendo a S. Maria Nova. Strategici i restauri, che permetteranno di entrare in monumenti oggi chiusi, come la straordinaria Tomba Barberini nel complesso delle tombe di Via Latina. Senza dimenticare la lotta all’abusivismo e ai condoni, che la Paris prosegue da decenni. E tra gli auspici, aggiunge, ci sono pure le acquisizioni di monumenti di proprietà privata, come il Sepolcro degli Equinozi e il Mausoleo di Sant’Urbano («i proprietari privati ci hanno già dato disponibilità alla vendita»), oltre ai mausolei dei Calventii e dei Cercenii.
Il DOSSIER
In un dossier inviato al Collegio Romano, la Paris ha già illustrato il piano di acquisizione da 22 milioni di euro. Tra le iniziative più “rivoluzionarie”, il progetto di rendere gratuito, in via sperimentale, l’accesso per Cecilia Metella, Quintili, S.Maria Nova (attualmente si paga un biglietto integrato di 6 euro, che dura una settimana, legato alle Terme di Caracalla). Ma per l’Appia Antica ci sono anche lamenti e dolori: «Il decreto prevede in dotazione al parco 132 addetti tra custodi, archeologi, architetti, amministrativi, ma attualmente siamo meno di venti». Mancano all’appello figure fondamentali: nessun archeologo, né un amministrativo. «Al momento non sono in grado neppure di fare il bilancio», precisa Paris. Senza contare che anche il budget assegnato dal decreto è insufficiente: circa 1,1 milioni di euro, contro una necessità ordinaria di circa 3,5.