Il 20 maggio del 1965 viene emanato il Decreto Ministeriale che sottopone a tutela diretta il Mausoleo di Campo Barbarico, edificio funerario in laterizio del II sec. d.C. sito al III miglio della Via Latina, nell’area compresa tra il Parco delle Tombe della via Latina e Tor Fiscale, precisamente all’incrocio tra via del Campo Barbarico e via Monte d’Onorio.
Questo settore della città ha subito notevoli alterazioni a partire dall’età tardo-antica che ne hanno snaturato la vocazione rurale e ancor più quella sepolcrale in seguito all’obliterazione del tracciato della via Latina, in questo tratto oggi ricalcato da via di Campo Barbarico, toponimo che ricorda l’assedio goto del 537 d.C.
Il Mausoleo è un sepolcro del tipo “a tempietto” databile alla seconda metà del II sec. d.C.; impostato su due piani, ha la facciata completamente restaurata, mentre gli altri lati sono originali. La camera sepolcrale ha una grande nicchia rettangolare coperta da un arco tra due nicchie più piccole; al piano superiore, dove si svolgevano le cerimonie funebri, si conservano nicchie con incorniciature architettoniche in laterizio e un’abside con avanzi di stucco.
In mancanza di testimonianze epigrafiche, ad oggi non si hanno dati per identificare la famiglia o la societas funeraticia a cui il sepolcro apparteneva.
Come altri analoghi monumenti funerari del suburbio, anche questa tomba, demolita la volta tra il piano terra e il primo piano, venne in epoca moderna utilizzata come fienile.
Malgrado le modifiche subite, l’edificio appare ancora oggi in buono stato di conservazione grazie agli interventi manutentivi recenti ad opera della SSABAP di Roma, mantenendo intatta la sua volumetria. Le murature, infatti, sebbene parzialmente ricostruite con uno spessore minore rispetto all’originario, sono eccezionalmente conservate in elevato.
Si conoscono poche rappresentazioni del sepolcro, in particolare due disegni cinquecenteschi realizzati da un artista anonimo e in seguito raccolti nel “Museo Cartaceo” di Cassiano Dal Pozzo, che rappresentano verosimilmente l’edificio. I disegni, realizzati con penna e inchiostro nero su entrambe le facciate dello stesso foglio, rappresentano le piante e gli alzati relativi allo stesso edificio sepolcrale. Attualmente i disegni sono custoditi in parte presso il Sir John Soane’s Museum di Londra, in parte presso la Royal Library del Castello di Windsor.
La stessa tomba è ritratta in altri documenti della seconda metà del Cinquecento. Fra questi si segnalano un disegno conservato presso l’Ermitage di San Pietroburgo ma soprattutto due disegni padovani riconducibili a due autori anonimi gravitanti all’interno del circolo di Bartolomeo Ammannati, che rappresentano la pianta del primo e del secondo livello e l’alzato relativo alla parete di fondo e alla parete laterale sinistra.