Il 25 ottobre 1989 viene dichiarato l’interesse archeologico particolarmente importante di due significativi monumenti funerari di età romana, collocati lungo la via Appia Antica, tra il III e il IV miglio, oggi all’interno di proprietà private.
Il primo monumento, disegnato per la prima volta nel 1748 da Giambattista Piranesi, che lo definisce “Sepolcro ignoto”, è oggi conosciuto come Sepolcro degli Equinozi, per via del suo orientamento astronomico che genera fenomeni luminosi tuttora osservabili in occasione degli equinozi di primavera e autunno. Straordinariamente ben conservato all’interno, è costruito in opera quadrata di blocchi di travertino, con nucleo cementizio in scaglie di selce, calce e pozzolana ed è databile probabilmente al II secolo a.C. Cilindrico all’esterno, con un tamburo in muratura del diametro di m. 13,50 circa, originariamente era coperto da un tumulo e accessibile da un dromos. L’interno è costituito da un ambiente quadrato con lati di m 5,30 circa, coperto da una volta a botte altra circa m 7 Su tre lati sono presenti nicchie rettangolari su tre lati, nelle quali si aprono altrettante finestre “a bocca di lupo”.
Il secondo monumento, inglobato all’interno di un edificio moderno, è del tipo a torre, con base quadrata e rastremato verso l’alto. Si conserva il nucleo in calcestruzzo e alcuni blocchi di travertino del rivestimento in opera quadrata.